Friday, January 24, 2014

estraterrestri sotto terra

(estratto dal mio articolo su Montagne 360 di Novembre 2013)

Per prepararsi ad andare in luoghi sconosciuti, ci si allena in luoghi sconosciuti. 
Si parla molto di esplorazione spaziale, ma per il momento ci si limita ad esplorare se stessi nello spazio attorno alla terra. Eppure adattarsi a vivere nello spazio richiede curiosità, rispetto per le difficoltà con le quali ci si confronterà, per le persone che hanno preparato le spedizioni, per i compagni che parlano una lingua diversa e che decidono, comunicano, interagiscono secondo canoni propri della cultura nella quali sono stati immersi negli anni passati della loro vita. 
Nello spazio ci si muove usando longe, corde di sicurezza, si devono evitare gli ostacoli, bisogna stare lontani da zone vietate, ci si muove in 3D, con una visione limitata dai 60 gradi di visibilità permessi dall' elmetto, a volte ci si muove al buio, e bisogna sapersi orientare per riuscire a trovare l' ingresso. Nello spazio le giornate non sono scandite dal ritmo del sorgere e tramontare del sole ogni 24 ore, ma ogni 90 minuti. Il tempo nello spazio e' quello degli orologi sincronizzati con la terra. Nello spazio si vive di luce artificiale. I colori sono artificiali. Gli odori sono naturali, ma molto umani. I rumori sono quelli dell' elettronica di bordo, ripetitivi, e un po' noiosi.  
E questo e' lo spazio attorno alla terra.
Se si pensa a viaggi su pianeti lontani o asteroidi, il tempo, lo spazio, i colori, i profumi, la musica della voce di un bimbo sono ricordi lontani, sintetizzati in sistemi di realtà virtuale, limitati dalla capacita dei dischi di bordo e dalla fantasia di chi li ha creati.
E la terra, gli amici, la sicurezza della propria casa sono riflessioni lontane, ricreate in simulazioni interiori. La realtà e' quella di una piccola società di persone con le quali si e' partiti da una terra amata, lontana, che forse un giorno si tornerà a rivivere.
Nessun ambiente, o situazione, ricrea tutto questo meglio della grotta. Esplorare l' ignoto, dover ritrovare l' uscita, dipendere dai sistemi di illuminazione artificiali, muoversi in 3D, su corde, con longe, non avere luci, colori, profumi, suoni, altri che quelli dei compagni, coi quali si compartono le difficoltà, i successi, il cibo, le risorse, e dei quali ci si deve fidare, ciecamente. E come lo spazio, la grotta affascina, intimorisce, incute rispetto, offre paure, crea unione.
Ma la grotta e' un ambiente. E va capito, studiato, esplorato, fotografato, topografato. Le conoscenze acquisite vanno compartite con tutti quelli che non hanno la capacita' l'eta' o la voglia di immergervisi. Imparare ad esplorare significa imparare a conoscere e a divulgare. Con curiosità, rispetto, umiltà, e con gli amici.


No comments:

Post a Comment